Parte 1
Come migliorare lo stato del paziente in casi di infarto cerebrale
In seguito a una crisi di pressione alta (sistolica di circa 200 mmHg) la paziente, 82 anni, affetta da diabete di tipo 2, ha avuto un infarto ischemico cerebrale. Non voleva andare all’ospedale e piangendo diceva: “se ci vado non esco più, morirò all’ospedale”.
Il personale dell’ambulanza giunta alla sua abitazione le ha abbassato la pressione e ha fatto un elettrocardiogramma, sostenendo che andava tutto bene. La voce della paziente continuava a diventare più lenta, la pressione minima più alta del solito, la gamba e il braccio destro diventavano sempre meno controllabili e sempre più paretici.
Si è riusciti a convincerla solo il secondo giorno, dopo circa 36 ore da quando è cominciata l’ischemia. Si sono rivolti a noi soltanto la sera del primo giorno.
Abbiamo indicato di fare uscire il sangue dalla punta del pollice (scarificazione): in quel momento, non si sapeva ancora di quale tipo di infarto si trattava, ma in ogni caso è meglio muovere il sangue per togliere l’eccesso o i blocchi probabili, evitando l’edema cerebrale.
È stato anche consigliato di colorare il meridiano byol del midollo spinale e del cervello di blu o di nero per abbassare la pressione (alta) che tendeva sempre a salire.
In caso di qualunque stato critico bisogna tonificare i reni, quindi sono stati applicati i fagioli neri nel sistema di corrispondenza standard sui reni.
Inoltre è stato applicato il colore rosso sul meridiano byol dei reni poiché essendo diabetica da molto tempo era facile ipotizzare che avesse quasi certamente degenerazioni tipiche nei capillari renali. Il colore rosso porta energia del Caldo, contrasta la Secchezza, quindi, nella teoria delle Sei Energie, è un antagonista dei processi di contrazione che portano la persona o la funzione verso il mondo Zero.
In questo caso è stato deciso di ricercare i punti di corrispondenza al cervello nel sistema insetto perché in tale proiezione il punto è proiettato su una zona in cui è presente un osso sottostante. Tale decisione è stata anche giustificata dal fatto che, essendo la paziente debole, sarebbe comunque riuscirebbe stimolare i punti di corrispondenza alla zona dell’ischemia con maggiore facilità. In ospedale hanno stabilito che la regione colpita era la zona occipitale: quindi abbiamo consigliato mettere dei semi di fieno greco (i più indicati per favorire la circolazione sanguigna e molto adatti per poter effettuare il massaggio nei sistemi di corrispondenza perché non scivolano e sono molto resistenti; la proprietà principale del fieno greco è quella di avere azione ricostituente e quindi, per questa sua intrinseca caratteristica, dà molte forze alla persona) sulla corrispondenza del cervello… i suoi parenti hanno applicato i semi al meglio delle loro possibilità nei punti dolorosi che sono riusciti a individuare. I semi e i fagioli venivano sostituiti ogni giorno; la paziente migliorava ma abbastanza lentamente.
È possibile che il trattamento Sujok basato sui solo sistemi di corrispondenza e sulle proprietà dei colori non fosse sufficiente (ma i parenti della paziente non conoscevano la teoria delle Sei Energie e non sapevano come applicare il trattamento mediante l’uso di aghi), ma visto che la paziente ha smesso di peggiorare il quinto giorno, contrariamente a quanto era stato previsto dai medici locali che sostenevano che la situazione sarebbe stata sempre peggiore per una settimana, peggiorava molto lentamente, abbiamo considerato l’arresto del peggioramento come un segnale positivo. Il braccio destro e la gamba destra rimanevano molto deboli e la paziente non riusciva a mobilizzare la mano da sola.
Visto che ora sapevamo che si trattava di uninfarto ischemico, abbiamo ritenuto opportuno tonificare la circolazione nel cervello con il colore rosso sul meridiano byol del cervello. Abbiamo anche mantenuto il cuore applicando sul punto doloroso un seme di palla di neve nel sistema di corrispondenza standard.
In contemporanea riceveva una flebo di medicinali somministrata dal personale ospedaliero (diuretici e anticoagulanti) secondo il protocollo previsto per 10 giorni.
Fine parte 1