L’ultima parte del ciclo sull’infarto cerebrale ischemico.
Durante uno dei giorni in cui la signora N era ricoverata in ospedale, la badante che doveva accudirla le si è avvicinata e, vedendo delle linee nere disegnate sulle dita, si è allontanata dicendo: “mmm, non so che cosa sono queste linee nere ma ho paura. Forse sono opera di una strega per far passare la malattia. Io non la voglio prendere e perciò non la voglio toccare.” La signora N, medico anche lei, è rimasta male, perché non vedeva nessuna cattiveria nelle linee sulla mano e perché non poteva credere che il personale dell’ospedale potesse rifiutare di assisterla sulla base di una superstizione. La signora ha dato una risposta adeguata e ha ricevuto l’assistenza che serviva.
Da questa situazione possiamo capire che nella mente della gente, la terapia Sujok ha una sorta di aurea magica perché è sconosciuta alle masse.
Beh, mi piaceva sempre l’atmosfera del mistero e della magia, ma non avrei mai pensato di applicarlo per la terapia Sujok. Fino a quando non sarà molto popolare e non si squarcerà il ‘velo’ della magia, preferisco definirmi come la fata del Sujok…
Fine ultima parte 🙂