Parte 5.
Conclusioni generali riguardo la scelta del trattamento Sujok.
Ogni organismo è un universo molto delicato e originale. Spesso può bastare l’applicazione di un colore o di un semino e per risolvere il problema. Nei casi più complessi bisogna agire su più sistemi contemporaneamente per vedere il risultato. A volte, soprattutto quando la persona è da anni in terapia farmacologica, un semplice trattamento utilizzando i sistemi di corrispondenza non porta ai risultati che abbiamo di solito su chi non assume farmaci.
Se il terapeuta Sujok non vede chiaramente come utilizzare “le armi pesanti” – calamite o aghi nel trattamento con le Sei Energie -, è sconsigliato tentare la fortuna e sperare di riuscire a ‘indovinare’ il meridiano da trattare. Meglio andare sui percorsi sicuri dei sistemi di corrispondenza. Il trattamento energetico nei casi estremi viene somministrato solo quando al terapeuta è assolutamente chiaro il tipo di sbilanciamento energetico.
La paziente il cui caso è stato descritto sta bene. Ha finito la riabilitazione ospedaliera ed è stata dimessa. Non vuole occuparsi da sola della propria riabilitazione successiva, fa qualcosa solo se c’è una persona che si occupa di lei. Tutto il suo comportamento manifesta la richiesta di attenzione. Non le “conviene” stare bene perché in questo caso sicuramente riceverà meno attenzione.
Questo è il carattere e il desiderio del paziente, Sujok tratta anche questi aspetti, ma non a distanza (tutte le prescrizioni e comunicazione avvenivano per via telematica) e non in opposizione alla volontà della paziente. Dunque, lasciamo la signora in uno stato migliore di quello sperato (muove le mani, le gambe, può mangiare da sola, va in bagno da sola, riesce toccare il naso, parla senza ritardi). Siamo soddisfatti del suo stato e auguriamo buona fortuna alla signora, a sua figlia e ai suoi familiari.
Fine parte 5.